Sostenibilità 2025: italiani più consapevoli, ma meno attiv
Costi, mancanza di alternative e scarsa informazione frenano i comportamenti virtuosi, nonostante la crescente sensibilità
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calendar_month 25/11/2025
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ITALIA – Gli italiani nel 2025 riconoscono più che mai l’importanza della sostenibilità: 9 su 10 considerano fondamentale vivere in modo responsabile. Tuttavia, come emerge dalla nuova indagine di Altroconsumo, la consapevolezza non si traduce automaticamente in azioni concrete: in molti ambiti si osserva un calo dei comportamenti sostenibili rispetto al 2021.
L’inchiesta completa è disponibile sulla piattaforma Impegnati a Cambiare, dedicata al consumo responsabile.
Un Paese fermo: maggiore sensibilità, meno comportamenti concreti
Dalla gestione dei rifiuti all’alimentazione, dalla mobilità al risparmio energetico domestico, cresce la consapevolezza, ma diminuisce la capacità di tradurla in gesti quotidiani. A frenare gli italiani sono principalmente: costi elevati, mancanza di alternative praticabili e informazioni insufficienti. Inflazione, diminuzione del potere d’acquisto e contesto internazionale instabile aumentano poi la percezione di difficoltà.
Il termometro della sostenibilità: l’indice CSBI
Altroconsumo utilizza il Consumer Sustainable Behaviour Index (CSBI), elaborato con 39 esperti internazionali, per misurare i comportamenti sostenibili in cinque ambiti della vita quotidiana: alimentazione, viaggi e mobilità, energia e acqua domestica, acquisto di beni e servizi, gestione dei rifiuti.
L’Italia occupa una posizione intermedia: davanti a Paesi come gli Stati Uniti, ma ancora lontana dai più virtuosi come l’Austria. La tendenza generale nei Paesi coinvolti mostra un calo complessivo dei comportamenti sostenibili rispetto al 2021.
1. Alimentazione: meno attenzione alla tavola sostenibile
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Lotta allo spreco: 71% → 67%
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Riduzione dei cibi di origine animale: 74% → 68%
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Attenzione a stagionalità, prodotti locali e sfusi in diminuzione
Il principale freno è il costo percepito di scelte come cibi biologici o alternative vegetali, insieme alla scarsa informazione sui vantaggi economici di una dieta sostenibile.
2. Mobilità: il tallone d’Achille
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Uso dell’auto solo se necessario: 53% → 43%
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Spostamenti quotidiani a piedi, bici o mezzi pubblici: 38% → 36%
Le cause principali sono la dipendenza dall’auto privata (presente nel 90% delle famiglie), infrastrutture insufficienti e costi elevati delle auto elettriche e ibride.
3. Energia e acqua domestica: attenzione in calo
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Azioni a costo zero: 64% → 57%
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Case ben isolate: 45% → 30%
Ostacoli: costi delle ristrutturazioni, incentivi fiscali complessi e scarsa informazione su soluzioni low-cost.
4. Acquisti di beni e servizi: ritorno al “comfort shopping”
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Acquisti ponderati: 53% → 49%
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Preferenza per prodotti durevoli: 57% → 49%
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Evitare usa-e-getta: 38% → 29%
La crisi economica e la voglia di gratificazione immediata hanno ridotto la tendenza a comportamenti più responsabili.
5. Gestione dei rifiuti: bene la differenziata, cala riparazione e riuso
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Raccolta differenziata: 80% → 76%
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Riparazione dei prodotti: 55% → 49%
Gli intervistati percepiscono i rifiuti come il settore più impattante, mentre gli esperti lo considerano il meno critico.
Informazione e accessibilità: i nodi principali
Sei italiani su dieci si ritengono poco informati sulle azioni efficaci, sottovalutando settori ad alto impatto (alimentazione e mobilità) e sopravvalutando quelli più semplici da gestire (rifiuti).
Consapevolezza sì, azione ancora limitata
L’Italia del 2025 appare pronta a essere sostenibile, ma fatica a trasformare le buone intenzioni in gesti concreti. La consapevolezza è un punto di partenza prezioso: ora serve renderla azione quotidiana, concreta e accessibile.
L’indagine completa, insieme a strumenti e informazioni per sostenere comportamenti responsabili, è disponibile su Impegnati a Cambiare.
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